Brera

Il passato della braida

Sotto l’influenza longobarda il quartiere Brera era principalmente un grande viale fatto di sterpaglia e roveti pungenti, un’area urbana popolarmente definita Braida, che vessava il centro milanese; col trascorrere del tempo essendo molto attiguo al centro della città, questo luogo fu sempre più abitato diventando in poco tempo da un rione periferico a un’area centralizzata. Braida divenne Brera e da quel dì, sia la via che il suo omonimo Edificio, presero questo nome. Dal ‘200 al tardo ‘500 fu abitato dagli umiliati, un ordine religioso riconosciuto da Papa Innocenzo III e dedito principalmente alla lavorazione della lana. L’ordine fu poi abolito nel 1571 con la bolla pontificia di Papa Pio V; poco dopo e per opera dell’Ordine di Gesù, (Costituzione chiericale fondata da Ignazio di Loyola), l’edificio ancora in costruzione (mancava addirittura tutta la facciata), fu destinato al loro collegio maschile, il quale perdurò fino al 1773, anno in cui La Compagnia di Gesù fu ufficialmente soppressa. Successivamente, grazie all’impegno e alla dedizione dell’architetto Giuseppe Piermarini incaricato da Maria Teresa d’Austria, nel 1795 l’edificio fu finalmente terminato e divenne per Milano la più importante costruzione adibita a luogo di cultura. Da inizio ‘800 e fino a metà del ‘900, passando per contese tra sovrani e forze politiche, tra due guerre mondiali e varie peripezie strutturali, il palazzo giunge allo scadere del XX Secolo, vivo più che mai e impregnato di storia nonché culla culturale e formativa di innumerevoli personaggi illustri tra cui: Adolfo Wildt, Lucio Fontana, Fausto Melotti, Liliana Moro, Mario Airò, Gianni Caravaggio, Bernhard Rüdiger, Marcello Maloberti, Vanessa Beecroft, Lara Favaretto, Giuseppe Gabellone, Paola Pivi, Roberto Cuoghi, Petrit Halilaj solo per citarni alcuni.

Il presente tra design e il suo patrimonio culturale

Ma com’è Brera adesso? E perché è così prestigioso avere una residenza qui? Innanzitutto c’è da sottolineare che la zona di Brera è soprannominata il: “Quartiere del Design”, questo appellativo è dato per la presenza dell’alta concentrazione di showroom di Interior design, soprattutto di noti brand internazionali.  Per l’Italia inoltre, rappresenta il polo di High shopping del suo settore, più illustre del Paese e non a caso è meta di turismo di élite da tutte le parti del mondo. Inoltre vanta importanti fulcri culturali della città: L’Osservatorio Astronomico istituito nel 1764, patrocinato dall’INAF (Istituto Nazionale di Astrofica) e riconosciuto a livello mondiale. L’Orto Botanico del 1774, nato come spazio didattico per gli studenti di medicina e nei secoli diventato una delle maggiori attrazioni del Palazzo Storico; nei suoi spazi silenziosi e suggestivi vengono conservate oltre 200 specie di piante tra cui il Ginkgo biloba, una delle piante più antiche al mondo e risalente a 250 milioni di anni fa. L’Accademia delle belle Arti nata ufficialmente nel 1776, un autentico riferimento di cultura storica e a tutt’oggi meta ambita di artisti e aspiranti tali che vogliono intraprendere un prestigioso percorso artistico. La Pinacoteca, fondata nel 1809 e scrigno storico di molte opere di illustri personaggi quali: Raffaello, Caravaggio, Tintoretto, Piero della Francesca …, opere dal valore inestimabile che si possono ammirare solo in questo luogo. Ma Brera oltre alla sua illustre storia offre molto altro: vie ricche di negozi, locali eclettici, mercatini, ristoranti di alto livello e a pochi passi si arriva in pieno centro cittadino: Teatro alla Scala, via Montenapoleone e Duomo di Milano.

L’evoluzione e la Biblioteca Braidense

La zona Brera che nei secoli si è andata sempre più a strutturare, ha subito alcune ristrutturazioni urbanistiche ma ha mantenuto il suo epicentro in Via Brera dove al civico 28 si può visitare tutt’oggi il noto Palazzo storico. Il quartiere prosegue su via Pontaccio, estendendosi fino a tutta via Mercato, via Ponte Vetero, via Giardini e via Madonnina. Quest’area milanese regala scorci di storia autoctona e coi suoi palazzi originari su numerose vie adiacenti, ci dà un bell’insieme della Milano dei “tempi che furono”; gli edifici antichi si mescolano con quelli più recenti, ricostruiti e costruiti nella ripresa economica dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Arriviamo agli anni ’50, il quartiere in pieno fermento post bellico diventa luogo di genesi artistica per molti giovani, che proprio qui esprimevano a pieno la loro creatività. Per chi volesse approfondire la vita di quel periodo, invitiamo a leggere il romanzo: “La vita Agra” di Luciano Bianciardi, nei primi capitoli del suo libro, dà un ottimo spaccato della vita di quartiere di quegli anni. Giornalisti, critici letterari, intellettuali e cultori della storia milanese, hanno scritto e pubblicato parecchi libri su Brera, molti dei quali si possono trovare alla Biblioteca Braidense risalente al ‘700 e di demanio statale. La biblioteca è ubicata in via Brera 28 all’interno del palazzo storico, e nel 2013 la Società storica lombarda ha portato qui la propria sede; tra i suoi innumerevoli libri vanta inoltre un ottimo catalogo di volumi digitali.

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