Il Parlamento Europeo approva la Direttiva sulle Case Green

L’obiettivo della direttiva sulle Case Green è aumentare l’efficienza energetica degli edifici in tutta Europa entro il 2050. Alcuni edifici potrebbero essere considerati non vendibili o affittabili?
Il Parlamento europeo ha approvato la direttiva per l’efficienza energetica delle case green con 343 voti a favore, 216 contrari e 78 astenuti. Tuttavia, l’entrata in vigore del provvedimento non è imminente, poiché l’adozione da parte degli Stati membri non avverrà probabilmente prima del 2025.
La direttiva riguarda sia gli edifici pubblici che privati e mira a rinnovare l’intero parco immobiliare europeo per renderlo più sostenibile. Entro il 2030, tutte le abitazioni residenziali dovranno rientrare nella classe energetica E, passando alla classe D entro il 2033, con l’obiettivo di raggiungere emissioni zero entro il 2050. Gli edifici nuovi dovranno essere a emissioni zero dal 2028, mentre per quelli di proprietà o gestione pubblica la scadenza è fissata al 2026.

CHI È ESENTE?

Ogni Paese può esentare fino al 22% del totale degli immobili, e alcune categorie di edifici sono escluse dall’intervento.

Tra questi, monumenti, case di vacanza, palazzi storici protetti, chiese e altri luoghi di culto, e abitazioni indipendenti con una superficie inferiore a 50 metri quadrati.


Per tener conto delle diverse situazioni tra i 27 Stati membri, la classe G della classificazione energetica dovrà corrispondere al 15% degli edifici con le prestazioni energetiche peggiori in ogni Paese.

In Italia, entro il 2033 tutte le abitazioni residenziali dovranno rientrare nella classe energetica D, ma è importante notare che la classificazione attuale potrebbe cambiare in base alla direttiva europea.

UNA TABELLA PER LA CLASSE ENERGETICA UGUALE PER TUTTI I PAESI UE

Attualmente, le classi energetiche variano tra i Paesi, e la situazione italiana potrebbe essere rimodulata a seguito della direttiva.

Inoltre, nonostante la percezione comune, l’Italia non è tra i Paesi più colpiti dalla direttiva in termini di proprietà immobiliare e l’età delle case, risultando sotto la media rispetto agli altri Paesi europei.

COSA POTREBBE INFLUIRE SUL VALORE DEGLI IMMOBILI

La direttiva potrebbe influenzare il valore degli immobili in caso di vendita o nuovo contratto di locazione, causando un calo del valore o un aumento non competitivo.

L’efficientamento edilizio potrebbe mettere sotto pressione le banche in un periodo di alta inflazione e aumento dei costi dei materiali edilizi. Il rischio di speculazioni sul mercato rimane alto.

LE SANZIONI

Un altro aspetto critico riguarda le possibili sanzioni per gli edifici non conformi, che saranno responsabilità dei singoli stati.

A partire dal 2030, questi edifici potrebbero essere considerati non vendibili o affittabili, anche se questa eventualità non è stata ancora ufficialmente confermata.

IN SINTESI: DOBBIAMO PREOCCUPARCI?

  1. La direttiva non è ancora in vigore e potrebbe subire ulteriori modifiche. Non bisogna preoccuparsi perché la situazione potrebbe cambiare prima che entri in vigore.
  2. La direttiva stabilisce obiettivi generali, ma lascia agli Stati membri la libertà di decidere come raggiungerli. Ciò significa che ogni paese può adattare le misure alle proprie specificità e circostanze.
  3. Non vi è un obbligo generale di ristrutturazione. Quando si effettuano interventi edilizi, bisogna rispettare determinati parametri di efficientamento energetico, ma questo percorso è già in atto.
  4. Non vi è un divieto di vendita di immobili con bassa efficienza energetica. Anche se gli immobili più efficienti avranno un valore maggiore sul mercato, non è vietato acquistare un immobile meno efficiente e ristrutturarlo successivamente.
  5. La direttiva prevede eccezioni per alcuni tipi di immobili, come monumenti storici, edifici situati nei centri storici, case di vacanza, edifici di culto e immobili unifamiliari di dimensioni inferiori a 50 metri quadri.
  6. L’obbligo di utilizzo del fotovoltaico riguarda solo nuove costruzioni e ristrutturazioni importanti, e l’Italia è già in linea con questa indicazione grazie alla legislazione vigente.
  7. Il progressivo abbandono degli impianti di riscaldamento a gas non implica che si debba sostituire immediatamente la caldaia. Si applica solo nel caso in cui la caldaia si rompa o si effettui una ristrutturazione, e si prevede l’utilizzo di sistemi alternativi come pompe di calore o sistemi ibridi.

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